Cos'è la leggerezza? Mi faccio aiutare dalla Treccani, vediamo un po'…
leggerézza s. f. [der. di leggero]. – 1. L’esser leggero, qualità di ciò che è leggero (che ha cioè poco peso): l. di una stoffa, di un gas; ha la l. di una piuma; lega metallica, materiale plastico di grande leggerezza. Agilità, sveltezza: l. di passo, di movimenti; l. di mano; anche scioltezza, facilità, spontaneità (nel trattamento di uno strumento musicale, nello stile, nel tocco pittorico, e sim.). 2. fig. Poca serietà, incostanza, volubilità, riferito alla persona o agli atti: uomo, donna di grande l.; l. d’animo, di mente, di coscienza; parlare, agire, comportarsi con l., con troppa l.; sei stato di una l. imperdonabile. In senso concr., atto di persona leggera: hai commesso troppe l.; è stata una l. la sua; sarebbe una l., una grave l., fidarsi di lui. Non com., cosa di poca importanza, inezia: io non credeva ... dover consumare tante parole in queste l. (Galilei).
Se avete letto, la leggerezza in senso figurato si porta dietro proprio una brutta fama, viene descritta con valori di incostanza, di volubilità e addirittura di poca serietà, ma siamo sicuri che sia proprio così?
Sono convinto che leggerezza sia una modalità caratteriale, una scelta comportamentale individuale, da esprimere quando entriamo in relazione con il lavoro, quando incontriamo le persone, quando prendiamo decisioni.
È un comportamento che va allenato, un comportamento da privilegiare perché, a differenza della pesantezza, la vita non te la dà a prescindere.
Se riflettiamo un attimo, comprendiamo da subito che la leggerezza ha un rapporto stretto con la pesantezza. È un “parente stretto”, sono polo negativo e positivo, sono un'unica energia, i due aspetti di una stessa cosa.
Certo, è un comportamento difficile da trovare, ci sono stati grandi maestri orientali, o anche più vicini a noi, come Italo Calvino, che hanno insegnato che essere leggeri non è superficialità ma osservare le cose dall’Alto per poi arrivare a comprendere le profondità della vita.
La vita rimane con momenti difficili ma è la capacità di vivere quegli eventi in maniera più distaccata che permette di superare gli ostacoli, di non farci coinvolgere arrivando prima di tutti a quella consapevolezza che ci fa vedere con più serenità i problemi passati.
Se riusciamo a comprendere che tutto quello che accade intorno a noi può essere semplicemente osservato, senza perdere per questo passionalità ed emotività. L’osservazione è una partecipazione attiva dei sensi, restando sempre attenti a rimanere leggeri, non legati e appesantiti da giudizi o da aspetti emotivi che alterano la percezione di ciò che ci circonda.
Riuscire ad essere leggeri fa funzionare le cose, le rende semplici e facili da fare.
E nel mondo del lavoro?
Quante grandi, piccoli o medie conflittualità nascono nel luogo di lavoro proprio per le dinamiche relazionali che spesso non sono leggere: le comunicazioni si appesantiscono di strutture mentali, di interpretazioni, di ruoli, di dinamiche conflittuali che si potrebbero evitare.
Vivere utilizzando la “competenza della leggerezza” aiuterebbe di molto le aziende e le strutture perché sarebbe il motore e la propulsione verso un risultato d'eccellenza, di coesione e di sviluppo di nuovi valori. Leggerezza e competenze, leggerezza e serietà che straordinaria combinazione di valori positivi.
Dove esistono capacità relazionali vissute in leggerezza ho sempre visto i maggiori risultati. Questo era solo per dire che, se ho scelto di “premiare” la leggerezza, l'ho fatto per stimolare il pensiero ad agire in questa direzione.
Cerchiamo di essere “leggeri” partendo dai piccoli aspetti quotidiani, perché un certo modo di approcciarsi alla realtà dà risultati positivi, proviamo, non credo ci siano controindicazioni di sorta in questo caso…
Leggeri o pesanti?
È solo una scelta consapevole o una direzione di vita …a voi
Buon lavoro
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